Che cos’è la psicoterapia sistemica?
Introduzione alla psicoterapia sistemica. Psicologo italiano Barcelona
Che cos’è la psicoterapia sistemica?
La psicoterapia sistemica si occupa dello studio dei fenomeni relazionali e comunicativi che si verificano nei gruppi, analizzando gli effetti che ne derivano. Le persone che fanno parte del gruppo interagiscono tra loro creando diversi collettivi chiamati sistemi. Ogni gruppo che si forma nella vita di un individuo sarà un sistema diverso per lui. Coppia, famiglia, lavoro, gruppi ricreativi… Il modo in cui ogni individuo si relaziona con il suo ambiente formerà il suo sviluppo e la sua crescita personale.
I suoi inizi
Per parlare dell’origine del modello sistemico, dobbiamo menzionare i suoi antecedenti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcuni professionisti della salute mentale iniziano a sentirsi insoddisfatti dei modelli terapeutici vigenti, i quali si basavano principalmente sulle due correnti dominanti: la psicoanalisi e il comportamentismo. Secondo la nuova corrente, i principi che governano la psicoanalisi e il comportamentismo includono una concezione dell’essere umano spersonalizzante e riduzionista.
Queste critiche favoriscono l’emergere di nuove tendenze, non solo nella psicoterapia. Così si formano idee diverse e innovative per la comprensione dell’essere umano e delle sue difficoltà. Si verificano cambiamenti significativi nei paradigmi delle scienze sociali e naturali, con l’arrivo di nuove prospettive come la cibernetica, la teoria dell’informazione, la teoria linguistica e, soprattutto, la teoria generale dei sistemi di Bertalanffy.
Parallelamente, negli Stati Uniti nascono le prime associazioni familiari conosciute come l’American Association for Marital and Family Therapy. Movimenti che iniziano a basarsi sulla Teoria Generale dei Sistemi per giungere a ciò che oggi è conosciuto come Psicoterapia Sistemica.
Principali riferimenti della psicoterapia sistemica
- Principali riferimenti: John Bell: È stato uno dei precursori con idee più chiare nei primi anni del movimento della terapia familiare. Si occupava dei membri della famiglia individualmente per poi sviluppare una sessione congiunta. Tra i suoi successi c’è la creazione di una metodologia specifica derivata dal suo lavoro con la famiglia di un adolescente aggressivo negli anni ’50.
- Scuola di Palo Alto: Da questa possiamo menzionare autori come Gregory Bateson, John Weakland, Jay Harley e John D. Jackson. Hanno contribuito al modello sistemico con la “Teoria della comunicazione umana”, che fornisce aspetti come il fatto che in un sistema non è possibile non comunicare, i meccanismi dei sistemi sono regolati dal feedback e che esiste un insieme di regole all’interno del sistema che il terapeuta deve conoscere.
- Mara Selvini-Palazzoli: Ha fondato la Scuola sistemica di Milano e, insieme al suo team, si è concentrata su disturbi come l’anoressia o la psicosi, patologie che secondo loro tendono a emergere in famiglie rigide. Hanno lavorato soprattutto sui significati della famiglia in relazione ai sintomi e al paziente identificato, creando quindi un programma di intervento che consiste nel dare la stessa attività a tutta la famiglia per smantellare le fazioni all’interno del sistema considerate come la fonte di malessere.
Altri autori rilevanti facevano parte del Gruppo dell’Istituto di Ricerca Mentale, come Jules Riskin, Virginia Satir, Paul Waslawick, Milton Erickson e Richard Fish. Hanno sviluppato un modello terapeutico basato sulla teoria dei sistemi e sulla comunicazione.
Virginia Satir (1916-1988), psicoterapeuta statunitense, nota soprattutto per il suo approccio alla terapia familiare.
La pratica
Prima fase: L’apertura
Seconda fase: L’intermedio
Nella prima parte del processo terapeutico, si conclude con l’istituzione di un contratto. Ora inizia il lavoro per capire cosa sta succedendo alla famiglia, cosa l’ha portata in terapia. In altre parole, inizia la valutazione e la diagnosi familiare. Tuttavia, la parola “diagnosi” nella terapia sistemica ha un significato diverso rispetto ad altre correnti terapeutiche. Poiché è considerato un elemento che fornisce indizi su cui è possibile lavorare, ma non è un componente statico e può modificarsi man mano che la famiglia cambia durante il processo.
- Questionamento circolare: È una tecnica che consente al terapeuta di raccogliere una grande quantità di informazioni utili in poco tempo attraverso domande circolari specifiche che aprono a nuove domande.
- La sedia vuota: Questa tecnica è presa dallo psicodramma, in cui viene presa una sedia su cui viene “seduta” in modo immaginario una persona, un sentimento o una parte di sé stessi. Ciò consente di esternalizzare ciò che la persona sta vivendo dentro di sé o nella relazione con un’altra persona.
- La bacchetta magica: Una tecnica che può essere particolarmente adatta alle famiglie che cercano consulenza con bambini piccoli. Dopo la presentazione, anziché rivolgersi ai genitori, il terapeuta può rivolgersi ai bambini consegnando loro una bacchetta magica, con cui possono esprimere tre desideri su cose che vorrebbero cambiare nella loro famiglia.
Terza fase: La chiusura
La conclusione del processo terapeutico confronta chiaramente i membri del sistema con il problema della separazione. Tuttavia, diventa qualcosa di necessario quando le aspettative dei consulenti sono state soddisfatte. Esistono anche altri motivi per cui si chiude un processo, come l’abbandono dei pazienti, sia perché dalla prima visita non hanno provato soddisfazione, sia perché non hanno ottenuto ciò che cercavano.