Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato una certa sensazione di nervosismo o disagio in qualche situazione sociale: magari perché non conoscevamo nessuno, perché dovevamo parlare in pubblico o perché ci sentivamo “osservati”.
Queste sensazioni sono perfettamente normali. Tuttavia, quando la persona sperimenta una paura profonda, uno stress intenso e una forte ansia di fronte alle situazioni sociali, questo può essere un indicatore di fobia sociale. In questo articolo vedremo come riconoscere la fobia sociale e quali sono le sue cause e i trattamenti più efficaci.
«I fiumi profondi scorrono tranquilli.»
Haruki Murakami
Che cos’è la fobia sociale?
La fobia sociale, anche conosciuta come disturbo d’ansia sociale, è un disturbo d’ansia caratterizzato dal fatto che la persona sperimenta una sensazione di ansia e paura eccessive in presenza di situazioni sociali quotidiane.
Come accade per altre fobie specifiche, il timore che caratterizza la fobia sociale è:
esagerato rispetto alla situazione reale,
difficile da controllare,
persistente nel tempo e attraverso contesti diversi.
Alla base di questa paura c’è l’idea di essere osservati e giudicati dagli altri, con il timore di fare qualcosa di imbarazzante, di essere criticati o umiliati.
Il timore può diventare così intenso da interferire con la vita quotidiana, il lavoro o la scuola. Spesso chi ne soffre riconosce che questa paura è eccessiva o irrazionale, ma non riesce comunque a controllarla o superarla da solo.
Le situazioni che possono attivare la fobia sociale sono molto varie. In alcuni casi il timore si limita a un solo tipo di situazione (per esempio, parlare in pubblico); in altri, i sintomi compaiono semplicemente stando in mezzo ad altre persone, spesso sconosciute.
È abbastanza frequente che più membri della stessa famiglia sviluppino fobia sociale, il che porta a ipotizzare cause genetiche ma anche legate all’apprendimento (modellamento, imitazione, stile educativo, ecc.).
Secondo gli studi, questo disturbo è spesso accompagnato da sintomi depressivi o da altri disturbi d’ansia. Inoltre, molte persone tendono ad automedicarsi o a ricorrere ad alcol o droghe per far fronte al timore, il che può complicare ulteriormente il quadro. Da qui l’importanza di rivolgersi a uno psicologo professionista per affrontare la fobia sociale in modo adeguato.

Come riconoscerla? Segni e sintomi
Quando la fobia sociale interferisce in modo significativo con la routine quotidiana, il funzionamento lavorativo o accademico, la vita sociale o, semplicemente, quando l’ansia diventa troppo difficile da sopportare, è importante rivolgersi a uno specialista in psicologia per una valutazione e un piano di trattamento personalizzato.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) è uno strumento fondamentale per la diagnosi psicologica, perché al suo interno troviamo i criteri necessari per formulare diagnosi attendibili, compresa quella di disturbo d’ansia sociale (fobia sociale).
«Non sei una persona onesta se almeno ogni tanto non ti vergogni di te stesso.»
William Faulkner
Criteri diagnostici secondo il DSM-5
Secondo il DSM-5, i criteri per diagnosticare una fobia sociale sono i seguenti (semplificati e riassunti):
La persona prova paura marcata in una o più situazioni sociali in cui è esposta a possibile osservazione o valutazione da parte degli altri (per esempio: parlare in pubblico, conoscere persone nuove, essere osservata mentre mangia o beve).
C’è un forte timore di comportarsi in modo imbarazzante o di mostrare sintomi d’ansia che possano essere valutati negativamente.
L’esposizione alle situazioni sociali provoca quasi sempre ansia intensa o vera e propria angoscia.
Le situazioni temute vengono evitate oppure affrontate con un marcato disagio.
La paura è sproporzionata rispetto alla minaccia reale rappresentata dalla situazione sociale.
I sintomi devono essere presenti da almeno sei mesi.
La fobia sociale e i suoi sintomi interferiscono significativamente con il funzionamento sociale, lavorativo o scolastico (o creano un intenso disagio soggettivo).
Tra i sintomi fisici spesso associati alla fobia sociale troviamo:
aumento del battito cardiaco,
sudorazione,
tremori,
sensazione di soffocamento o mancanza d’aria,
nausea o malessere allo stomaco,
vertigini o sensazione di svenimento,
possibile vomito,
tensione muscolare,
mal di testa,
difficoltà a parlare o blocco della voce,
in alcuni casi, veri e propri svenimenti.
Cause della fobia sociale
Le ricerche non hanno ancora identificato una causa unica e definitiva della fobia sociale. Tuttavia, molti studi suggeriscono che l’amigdala – una piccola struttura cerebrale coinvolta nella risposta di paura – potrebbe avere un ruolo importante nell’insorgenza e nel mantenimento di questo disturbo d’ansia.
Esistono comunque molte variabili che possono contribuire all’acquisizione di questa fobia (come avviene per quasi tutte le fobie).
Un importante fattore di rischio è l’aver vissuto un’esperienza altamente traumatica legata a una situazione sociale, ad esempio:
forti prese in giro o umiliazioni,
episodi di bullismo,
esperienze di rifiuto o emarginazione.
Altri fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo della fobia sociale includono:
Predisposizione genetica o familiare.
Alcuni tratti di personalità (per esempio, forte inibizione comportamentale o timidezza estrema fin dall’infanzia).
Stili cognitivi caratterizzati da pensieri negativi su di sé e sugli altri.
Apprendimento per imitazione (osservare figure significative con forte ansia sociale).
Inoltre, diversi ricercatori studiano l’influenza dell’ambiente: situazioni di maltrattamento, critiche costanti o esperienze di avversità durante l’infanzia possono aumentare il rischio di sviluppare una fobia sociale.
Esiste un trattamento?
Anche se non tutte le persone con fobia sociale chiedono aiuto, nei casi in cui il disturbo diventa invalidante il trattamento è fortemente raccomandato.
La terapia psicologica – talvolta accompagnata dall’uso di farmaci ansiolitici o di antidepressivi SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) – ha dimostrato di essere una delle opzioni più efficaci.
In ambito di psicologia clinica sono stati sviluppati diversi protocolli di intervento che aiutano a ridurre i sintomi della fobia sociale e a permettere alla persona di recuperare una vita quotidiana più libera.
Attraverso il lavoro di ristrutturazione cognitiva, lo psicologo aiuta a:
individuare i pensieri distorti che alimentano la fobia sociale,
metterli in discussione,
sostituirli con modalità di pensiero più realistiche e funzionali.
Questo lavoro cognitivo viene spesso accompagnato da:
tecniche di esposizione in vivo,
oppure desensibilizzazione sistematica (DS),
che si basano sull’esposizione graduale alle situazioni temute, sia in modo diretto sia attraverso l’immaginazione guidata.
Parallelamente, viene spesso insegnato l’uso di tecniche di rilassamento (respirazione, rilassamento muscolare, mindfulness, ecc.) per ridurre i sintomi fisici dell’ansia.
L’obiettivo finale è che la persona possa:
affrontare sempre più situazioni sociali,
ridurre l’evitamento,
migliorare la qualità delle proprie relazioni,
recuperare sicurezza e fiducia in se stessa.
Per concludere, possiamo citare una scena del film Provaci ancora, Sam (Play It Again, Sam), in cui Woody Allen cerca di ottenere un primo appuntamento con una ragazza in un museo: un esempio ironico e tenero di quanto l’ansia sociale possa condizionare il modo in cui ci relazioniamo con gli altri.
Se ti riconosci in molti dei sintomi descritti, o se l’ansia nelle situazioni sociali sta limitando la tua vita, chiedere aiuto può essere un passo fondamentale. Per un supporto professionale in lingua italiana puoi rivolgerti a un Psicologo Italiano Barcellona.
